lunedì 8 agosto 2016

 ERBE DI MERCURIO



LAVANDA

Nome popolare NARDO. In erboristeria viene impiegata per le sue doti calmanti e antispasmodici, per curare le contusioni, la debolezza organica, i raffreddori, le vertigini e la faringite.
Utilizzo Magico: La lavanda è da sempre usata nei riti e nei sacchettini talismatici d'amore ma le sue proprietà sono anche di protezione, purificazione, pace interiore e longevità. Può essere aggiunta nei bagni di purificazione e strofinata sulla carta che si usa per lettere d'amore.


FELCE

In erboristeria viene impiegata come vermifugo e antinevralgico.
Utilizzo Magico: Da sempre usata per le sue virtù protettive, di esorcismo, purificazione, fortuna, ricchezza e salute. Se piantata nei pressi dell'uscio di casa dona protezione all'abitazione. Bruciata all'aperto propizia l'arrivo della pioggia.


MAGGIORANA

In erboristeria viene impiegata come antispasmodico, digestivo, diuretico e nella cura del raffreddore.
Utilizzo Magico: Essa influisce positivamente su amore, felicità, protezione e denaro. Una miscela di violetta e maggiorana inserita in un sacchetto talismanico funge da amuleto contro i raffreddori e se coltivata in giardino o sulla terrazza diviene uno scudo contro il male. Se regaliamo una piantina di maggiorana a una persona depressa le ridoniamo il buon umore. Utile anche nei sacchettini per propiziare l'arrivo di denaro.


FAGIOLO

Comunemente usato in cucina questa pianta dona protezione, facilita le riconciliazioni ed è attivo negli esorcismi.
In erboristeria viene impiegato come antidiabetico e diuretico.
Utílizzo Magico: Il fagiolo viene usato negli incantesimi contro gli stregoni e come amuleto contro negatività e male in genere. Tre fagioli inseriti in un sacchettino talismanico rosso aiutano ad alleviare i disturbi di impotenza oppure, se messi sulla soglia di un negozio, attirano i clienti in special modo maschi.


NOCCIOLO


E’ un arbusto che cresce in zone collinari e sub-montane. Viene particolarmente indicato nei casi di emorroidi, vene varicose, varici, flebiti, diarrea e ipersudorazione.
Utilizzo Magico: con i suoi rami i rabdomanti fanno le bacchette per cercare l’acqua così come i maghi le bacchette per i loro rituali magici. Per i popoli del Nord il Nocciolo è simbolo di fertilità e saggezza ma viene anche reputato il legno migliore per preparare scudi magici e cerimoniali. E' inoltre utilizzato nelle pratiche divinatorie e terapeutiche e alcuni testi antichi lo consigliano per ottenere la fedeltà coniugale. E’ posto sotto l’influenza di Mercurio e in parte del Sole.



ANICE

La parola Anisum deriva dal greco Anayo, brucio, eccito, facendo allusione alle caratteristiche della pianta. I frutti di Anice (detti impropriamente semi) hanno virtù antispasmodiche, digestive, depurative e stimolanti.
Utilizzo Magico: viene utilizzato per favorire le operazioni finanziarie e lavorative. E’ inoltre utile per infondere vitalità, ottimismo e altruismo e migliorare i rapporti sociali. In alcune regioni lo usano come amuleto protettivo per gli ambienti e per i neonati.

venerdì 20 febbraio 2015

ERBE DI GIOVE



BETULLA

Albero slanciato con corteccia bianca e chioma piuttosto rada dalle spiccate proprietà diuretiche e coleretiche.
Utilizzo Magico: questa pianta riveste un ruolo importante all'interno delle tradizioni magiche. Gli si attribuiscono grandi poteri di protezione ed esorcismo. La Betulla è associata a Giove.

BENZOINO

E’ la goccia resinosa di un arbusto originario del Sud-Est asiatico: lo "Styrax Benzoin". Ne esistono due qualità diverse:
-Benzoino del Siam: è la varietà più preziosa; di colore giallastro con sfumature più ambrate e odore finissimo.
-Benzoino di Sumatra: più grigiastro e considerato di minor valore rispetto al precedente. Il suo aroma è meno pungente e penetrante.
Utilizzo Magico: per tradizione il Benzoino è un ottimo catalizzatore per tutte le pratiche di accrescimento finanziario e materiale. Sviluppa le qualità intellettive, la sensibilità e l’ottimismo ed è inoltre un ottimo coadiuvante nelle operazioni di terapeutica occulta. Viene bruciato nei negozi e nelle bancarelle all’apertura mattutina al fine di attirare i clienti ed indurli a spendere di più. A tal scopo viene inoltre conservata a pezzettini vicino all'incasso dell'esercizio. Il Benzoino è posto sotto l’influenza di Giove.

EUCALIPTUS

Pianta nota per le sue qualità balsamiche, antisettiche, espettoranti e febbrifughe.
Utilizzo Magico: le foglie di questo albero vengono impiegate in particolar modo nei rituali di guarigione e come ingrediente base per molti incensi terapeutici.

QUERCIA

Grande albero sacro sempreverde.
Utilizzo Magico: da sola o insieme ad altri ingredienti propizia la fortuna e la prosperità. Ha inoltre un forte potere terapeutico e purificatore. La ghianda della Quercia è il simbolo della potenzialità ed ha anch'essa un forte potere protettivo.

MENTA

E' un ottimo analgesico, antisettico, digestivo, tonico ed eupeptico.
Utilizzo Magico: il suo profumo accresce la forza psico-fisica e la volontà favorendo al tempo stesso il benessere e l’ottimismo. Sin tempi antichi è adoperata soprattutto nei rituali di guarigione e purificazione. Rientra anche nei composti per la fortuna ed il commercio. Questa pianta profumata è posta sotto l'influenza di Giove.

ISSOPO

Pianta aromatica dalle proprietà aperitive, bechiche, carminative, espettoranti e stimolanti.
Utilizzo Magico: é universalmente conosciuto per le sue virtù purificatric ed è impiegata per le abluzioni e nei rituali purificatori. Tra tutti i popoli antichi l'Issopo veniva utilizzato (se ne adoperavano alcuni rametti come aspersorio) per spruzzare di acqua consacrata altari o luoghi sacri. Appendere un rametto o un sacchettino d’Issopo in casa previene il malocchio e le influenze negative in genere. Questa pianta è astralmente legata alla Luna e a Giove.

CEDRO DEL LIBANO

Esistono svariate qualità di questo grande albero, ma quella più conosciuta e la sola ad avere una radicata tradizione magica è quella proveniente dal Libano (Cedrus Libani) da non confondersi con l'altra grande varietà quella Atlantica.
Utilizzo Magico: possiede un forte potere purificatore e la capacità di scacciare i cattivi sogni e allontanare gli spiriti e i geni malvagi. Il legno di questa pianta attira inoltre la prosperità materiale e rientra perciò come ingrediente negli incensi per i rituali di accrescimento economico. Il Cedro è posto sotto l’influenza di Giove ma possiede anche caratteristiche solari.

TIGLIO

Albero imponente che può vivere fino a mille anni. Nella tradizione erboristica viene impiegato soprattutto per le sue proprietà sedative, antispasmodiche, ipotensive, emollienti e lenitive.
Utilizzo Magico: è considerato ovunque un albero benefico e protettore. I suoi fiori sono ricercati per i rituali d’amore e per propiziare il sonno e i sogni. Il Tiglio viene inoltre inserito nei sacchetti talismanici per proteggersi dai pericoli del corpo. E’ posto sotto l’influenza di Giove e della Luna.

ERICA

Il nome latino della pianta, derivato dal verbo greco spezzare, alludendo alla sua virtù di disgregare i calcoli urinari. Questo arbusto dai fiori violetti possiede infatti proprietà diuretiche e antisettiche delle vie urinarie.
Utilizzo Magico: in generale viene usata come portafortuna e per potenziare amuleti e talismani. Le scope fatte con ramoscelli di Erica esorcizzano gli ambienti durante la pulizia dei pavimenti o giornaliera o fatta prima di iniziare un lavoro magico. Fumigazioni di Erica tengono inoltre lontano gli spiritelli ed i folletti.

ERBE DI SATURNO


PINO

Albero alto, longevo, dotato di spessa corteccia cinerina e foglie aghiformi. Ha proprietà antisettiche, espettoranti, balsamiche e diuretiche.
Utilizzo Magico: le pigne del Pino si usano per favorire la fertilità e la fecondità; i suoi aghi per allontanare gli spiriti maligni e mescolati con la resina per respingere i malefici al proprio mandante. La corteccia polverizzata e bruciata nella stanza di un malato ne favorisce la guarigione. Il Pino è posto sotto l’influenza di Marte, anche se qualcuno lo attribuisce a Saturno. E' associata a Pan e in genere tutti i satiri.

ALOE

Genere di gigliacea dalle foglie larghe e carnose il cui succo è amarissimo.
Utílizzo Magico: la magia attribuisce all'Aloe un posto d’onore nelle pratiche legate al fuoco, in particolare nella piromanzia. In Africa viene utilizzato per proteggersi dagli spiriti dei defunti e come amuleto contro gli incidenti. La pianta è legata alla buona fortuna e da raccogliere in ghirlande da appendere all’interno delle case.


CIPRESSO

Nell’antichità era considerato un albero sacro e non mancava mai nei boschetti intorno ai templi. Sradicarlo era considerato un atto di profanazione del Dio al quale il luogo era dedicato. Il Cipresso figura tra i più antichi ritrovati per guarire. Nel Medioevo si applicavano le sue proprietà emostatiche al trattamento delle emorroidi. Oggi viene utilizzato per le sue virtù antidiarroiche, cicatrizzanti, antisettiche ed espettoranti.
Utilizzo Magico: miscelato con altre piante rientra in molti rituali di guarigione. Presso i Mesopotamici era considerato uno dei componenti essenziali per la preparazione degli incensi esorcistici.


MIRRA

Gommoresina che trasuda da alcuni alberetti originari delle coste orientali dell’Africa Settentrionale e dell'Arabia. Nelle terapie erboristiche viene adoperata per le malattie dell’apparato digerente ed in particolare come colluttorio.
Utilizzo Magico: le fumigazioni di Mirra sono fortemente purificatrici e amplificano le vibrazioni positive. E’ inoltre utilissima per la meditazione e la contemplazione. Alcuni la usano per i sacchetti talismanici ed i rituali di guarigione. La Mirra è prettamente lunare anche se alcuni la vogliono sotto l’influenza di Marte e Saturno.

TARASSACO

Pianta di notevole utilità medica dotata di proprietà diuretiche, calagoghe, coleretiche e lassative.
Utilizzo Magico: fumigazioni di Tarassaco accentuano la volontà e stimolano le doti spirituali. Da tempo la tradizione popolare associa questa particolare pianta alla veggenza, alle sedute spiritiche e alle pratiche di legamento. I pianeti abbinati al Tarassaco sono Giove e Saturno.

STORACE

Sostanza resinosa estratta dallo "Styrax officinalis". Utilizzo Magico: viene adoperato principalmente per le purificazioni e per attrarre la prosperità materiale. Protegge dalle forze negative e potenzia tutti gli altri incensi. La tradizione lo attribuisce a Marte e Saturno.

ARTIGLIO DEL DIAVOLO

Questa particolare radice viene consigliata per combattere e debellare i dolori articolari e tutti gli stati infiammatori ossei e muscolari.
Utilizzo Magico: la tradizione magica indica l’Artiglio del Diavolo tra i componenti di tutte le pratiche di legamento, d'amore e di protezione occulta (esorcismi, contro fatture, ecc...). La pianta è posta sotto l'influenza di Marte e di Saturno.

giovedì 19 febbraio 2015


I 7 veli di Iside la Nera





È ormai ipotesi accreditata che nel 2.450 a.C., quando cioè la Grande Piramide sarebbe stata costruita (anche se a parere di qualcuno esisteva già), i due condotti sud dell’edificio,quelli che partono dalla Camera del Re e dalla Camera della Regina,puntassero rispettivamente verso la costellazione di Orione e la stella Sirio, che erano identificate nell’antico Egitto con Osiride e Iside. Se così fosse, la colossale costruzione veniva forse percepita dallo spirito egizio come un luogo di unione e fecondità, dove la vita del Nilo,le cui acque, s’ipotizza, furon fatte confluire proprio lì,si rinnovava tramite un processo di rigenerazione simbolica di Osiride (nel suo aspetto di Dio morente e risorto) a contatto con la Dea. E proprio su uno dei poli di questo scenario mitico, Iside, punteremo qui la nostra attenzione, nel tentativo di togliere i 7 successivi veli (un numero simbolico, ovviamente) che ne hanno ricoperto con il tempo l’identità originaria facendone una Dea stratificata e multiforme e carpirne, così, l’essenza più intima e radicale. Il primo velo che toglieremo a Iside è appunto quello della sua versatile adattabilità, che l’ha resa plasmabile in differenti contesti religiosi, misterici e sapienziali. E per farlo partiremo dalla celeberrima descrizione che nell’XI Libro dell’"Asino d’oro" ne ha data Lucio Apuleio.

PRIMO VELO - LA DEA UNIVERSALE:

In particolare Iside fu sovrapposta in una quasi assoluta identità di alcuni episodi mitici con la greca Demetra, Dea del grano, tema su cui peraltro avremo modo di tornare e già accennato nella connotazione iconografica fornita da Apuleio, dove appunto la Iside-"Cerere Attica" è raffigurata con le spighe di grano che sormontano il disco lunare. Inoltre Iside era chiamata "la Nera" (9) proprio come Demetra (nel mondo antico era il colore della fertilità) e tale caratteristica sarà forse il principale veicolo del proliferare di Madonne Nere in Europa, tutte non a caso dotate di virtù curative. Dea-Uccello (le sono sacri l’avvoltoio, l’anatra, la rondine) e Dea-Serpente come la Grande Madre della preistoria europea, Dea-Vacca in quanto Signora della Luna e sposa di Osiride-Toro, e ancora Dea del mare e della navigazione (funzione poi ereditata in epoca cristiana da Maria), Iside è stata, e per molti versi è ancora, un personaggio di forte rilievo in ambiti magici e alchemici: basti pensare, ma è solo un esempio, ai documenti ermetici dei primi secoli d.C., come "Kore Kosmou", "Fanciulla del Cosmo", o l’alchemico "Iside la profetessa a suo figlio Horo", nei quali viene effigiata quale detentrice di Sapienza. Il culto di Iside ebbe straordinaria diffusione nel mondo ellenistico-romano e ancora il suo mito fu recuperato nel Rinascimento, che la sovrappose anche alla Dea Fortuna. Ritroviamo Iside perfino nel secolo dei lumi, quando certi studiosi francesi, e poi Napoleone con loro, dettero credito alla leggenda che voleva la Dea fondatrice di Parigi: argomento per una lettura approfondita del quale rimandiamo al celebre saggio "La ricerca di Iside" di Jurgis Baltrusaitis, dove sono appunto analizzati i molteplici modi con cui l’Egitto ha continuato ad affascinare per secoli l’Occidente, talora sotto forma di una vera egittomania.

SECONDO VELO - LA DEA MADRE:

Un ulteriore filone di persistenza dell’immaginario religioso di Iside nella cultura europea è quello,a cui si è già fatto cenno, del sovrapporsi di elementi cultuali mariani su precedenti peculiarità isidiane. E non solo per quanto riguarda la tradizione delle Madonne Nere, bensì soprattutto per l'immagine egizia di Iside che seduta in trono allatta il Figlio Horus, sorta di prefigurazione iconografica della Vergine con Gesù. Inoltre le ali tese con cui Iside copre e protegge Osiride e i defunti sembrano un modello dei grandi manti con cui molte Madonne coprono e proteggono i santi e i fedeli.

TERZO VELO - LA DEA LUNA:
Il terzo velo è costituito dall’aspetto che più di ogni altro ha permesso a Iside di coincidere con varie altre Dee e che abbiamo rilevato anche nel ritratto apuleiano: il suo legame con la Luna. Legame che tuttavia assume connotati diversi da quelli cui siamo abituati se si pensa che nelle concezioni egizie la Luna era attinente non soltanto a Iside ma anche al suo sposo e fratello Osiride il cui rapporto con la nostra Dea, articolato e complesso, sarà appunto il quarto e quinto velo che adesso solleveremo.

QUARTO VELO E QUINTO VELO - LA DEA SPOSA,
CELESTE E TERRESTRE:

Ecco, io tua sorella ti amo più di tutto quanto in terra e tu non ami un’altra come ami tua sorella, certo non ami un’altra come ami tua sorella! [...] Procede da te il forte Orione nel cielo vespertino, quando i giorni vanno a riposo uno dopo l’altro! Ché sono io,all’approssimarsi del periodo di Sothis ,che veglio su di lui. Questi frammenti tratti da un antico papiro conservato a Berlino in cui Iside si rivolge allo sposo, e che confermano l’identificazione di queste due Divinità con Sirio ("Sothis" in egizio) e Orione, mostrano l’intensità dell’amore che secondo il mito li legava. La leggenda,riportata anche da Plutarco (47-127 d.C.),narra che Osiride fu prima ucciso e in seguito smembrato in 14 pezzi dal fratello Seth, che li gettò nei 7 bracci del Nilo. Iside andò alla ricerca dei pezzi per ricomporre il corpo dell’amato, ma ne trovò solo 13, perché il fallo era stato ingoiato dai pesci. Horus, il figlio di Osiride e Iside, vendicherà la morte del padre, che dal canto suo diventerà sovrano dell’oltretomba (o Duat), acquisendo peculiarità inferiche. D’ora in poi il Faraone identificherà se stesso con Horus finché sarà in vita e con Osiride una volta che avrà varcato la soglia dell’aldilà, trasformandosi in stella di Orione. L’episodio dello smembramento collega Osiride a Dioniso, il Dio greco che secondo il mito fu appunto fatto a pezzi dai Titani, gli oscuri Figli di Madre Terra, e il cui animale sacro era parimenti il Toro, le cui corna segnalano la natura lunare di ambedue i personaggi. E qui occorre una digressione mitologica per comprendere l’intensa pregnanza e i significati di un topos delle religioni euroasiatiche: quello del "Dio morente", che risalirebbe addirittura alla preistoria. Iniziamo la nostra deviazione proprio da Dioniso, alter ego di Osiride in terra greca insieme a Ade, Dio degli Inferi. Firmico Materno e Clemente d’Alessandria sono i primi a riferire il mito della sua morte. Secondo il loro racconto i Titani avrebbero fatto a pezzi il Dio ancora bambino, per poi cuocerne le membra e mangiarle. Ma Minerva riuscì a sottrarre il cuore e denunciò il crimine al padre Zeus, che diede la morte ai colpevoli. Della sua rinascita né Firmico né Clemente parlano e non ne parlerà il cristiano Arnobio, per non accomunare un Dio pagano al Cristo nel miracolo della vittoria sulla morte. Ma quando fra IV e V secolo d.C. rifiorirono le correnti orfiche il mito di Dioniso si consolidò proprio sulla resurrezione, il fulcro più attivo nelle aspirazioni soteriologiche dei Misteri orfici. Evidenti le corrispondenze con gli antichi culti orientali che in periodo ellenistico affluirono nell’impero di Roma. Tali culti, le cui radici erano probabilmente mesopotamiche, avevano come tema comune proprio il rito di morte e resurrezione di un Dio, motivo sia naturistico, l’alternarsi delle stagioni, sia sviluppato successivamente in senso animistico o spirituale, come esemplificazione del percorso dell’anima immortale. Forse il più diffuso in tarda epoca ellenistica è il culto di Cibele e Attis, importato a Roma nel 204 a.C. Attis, Dio della vegetazione, moriva e risorgeva e all’equinozio di primavera la sua vicenda veniva commemorata da una festa scandita in vari momenti: lutto, processione funebre, sepoltura e resurrezione. Dalla Siria proveniva il culto di Adone, adorato, come Dioniso, soprattutto dalle donne. La sua amante era Astarte, Dea della bellezza e dell’amore, e come Attis anche Adone muore, risorge, viene pianto e infine festeggiato in riti primaverili. La vicenda di Cristo è analoga ai mitologemi degli Dei asiatici. Infatti Gesù, come Dioniso, nasce da una mortale e dona alla madre l’immortalità. Compaiono inoltre in ambedue i miti il vino, la grotta con un asino, la culla, la persecuzione. E sia Cristo sia il Dioniso misterico assumono la figura di Salvatore e soffrono una Passione in quattro momenti, pur se disposti in differente ordine cronologico): uccisione, spezzettamento delle membra, cannibalismo e resurrezione. Vicende, periodi dell’anno implicati e molteplici altri indizi rivelano il risvolto naturalistico racchiuso in questi miti, che fa di Osiride, come di Attis, di Adone e degli altri Dei citati, una Divinità connessa alla natura e in particolare alle fasi lunari. Del resto il mito egizio ce lo testimonia con palese evidenza: il corpo di Osiride viene diviso in 14 parti (numero dei giorni di un emiciclo lunare: il ciclo dura infatti 28 giorni), che sono gettati in 7 bracci del Nilo (numero ritmico delle fasi) e infine recuperati tutti fuorché uno (e il 13 è il numero di volte in cui nel corso di un anno la Luna effettua il suo giro completo). Osiride rappresentava dunque tutto ciò che è fasico: Luna, stagioni, vegetazione, messi e in Egitto ovviamente il sacro Nilo la più potente esemplificazione della ciclicità, dato che ogni anno per nutrire la terra con il suo prezioso limo il fiume esondava così puntualmente che l’evento fu usato come momento d’avvio per il calendario. Ecco perché Apis, Dio-Toro con cui il fiume era identificato, fu assimilato con il tempo a Osiride, del quale condivideva appunto l’attitudine ai corsi e ricorsi che scandiscono i ritmi dell’esistenza. In origine invece Osiride più che il fiume ne rappresentava l’esondazione, quindi il principio di fertilità, quasi che il limo simboleggiasse il suo sperma divino. Va pure detto che in siffatto scenario mitologico Iside recitava la parte della terra fecondata, quella che si adagiava intorno al fiume, mentre i suoi fratelli Seth il "Rosso" e Neftys, altra Coppia del pantheon egizio, alludevano Lui all’aridità solare del deserto, la "terra rossa", e Lei ai terreni lontani dal Nilo e dunque quasi mai raggiunti dalle acque esondate. Si narra in effetti che Neftys ottenne la sua unica gravidanza dopo un amplesso con il fratello equoreo Osiride, dal momento che Seth era sterile. Ma se Osiride è l’esondazione, Iside che ne ricompone il corpo risulta essere, oltre che terra fecondata, anche la Natura che organizza e determina, nella funzione di potenza primeva, il ciclo stagionale. Occorre inoltre ricordare che il primo giorno dell’anno era determinato in Egitto dal coincidere della levata eliaca di Sirio (quella cioè che precede immediatamente l’alba) e della piena del Nilo. E poiché il fiume/Osiride era visualizzato zoomorficamente come un toro e Sirio/Iside in forma di vacca la loro contemporaneità sottintendeva anche un’unione sessuale, che in quanto tale era propiziatoria, tanto feconda quanto fecondante. Un’altra spia dell’iperfunzione di Iside quale regolatrice della Natura ce l’offre l’episodio mitico in cui la Dea invece di uccidere Seth, catturato da Horus per vendicare Osiride, libera questo suo fratello rosso, incarnazione sia del principio di secchezza e aridità sia delle acque salate, e quindi non potabili, del mare. Il magnanimo gesto è interpretato da Plutarco,nel suo "Iside e Osiride", come una decisione saggia della nostra Dea, che in tal modo, Signora di Ordine e Misura, "non volle annullare completamente il principio opposto all’umidità, ma intese unicamente ridurlo e poi lasciarlo di nuovo libero per mantenere la composizione dell’atmosfera", poiché "il cosmo non può essere perfetto se viene a mancare in esso l’elemento igneo". Plutarco ci segnala anche che le vesti rituali dei culti isiaci erano "di color variegato: il suo ambito, infatti, è quello della materia, la quale si evolve in tutte le forme e a tutte le forme si presta, luce e oscurità, giorno e notte, fuoco e acqua, vita e morte, principio e vita". Iside, c’informa ancora lo studioso e sacerdote greco (che scriveva tra il I e il II secolo d.C., quindi in epoca tarda), personifica l’essenza della materia che porta in sé i semi di vita la "casa cosmica" delle concezioni, il principio generativo che dissemina elementi germinali in ogni parte del mondo. E questo c’introduce al sesto, decisivo velo che dobbiamo alzare e che imprevedibilmente ci riporterà a Sirio.
"Anche se non è espressamente ammesso dalla religione egiziana, non si può tuttavia respingere la validità del racconto secondo cui Tifone [Seth] all’inizio aveva il predominio sul regno di Osiride. L’Egitto, infatti, era un mare: per questo nelle miniere e sulle montagne si trovano ancora delle conchiglie. Tutte le sorgenti poi e tutti i pozzi, che sono tanti, hanno ancora acqua amara e salata, come se lì si fosse raccolto un vecchio residuo del mare che c’era prima. Col tempo Horos ebbe la meglio su Tifone, vale a dire che il Nilo, grazie al benefico avvento delle piogge, riuscì a respingere il mare, a mettere allo scoperto la pianura e a riempirla di depositi alluvionali".

mercoledì 23 aprile 2014

Attività ⑩ Lega: Pantheon Tag
Morrigan: Cosa pensi che succeda quando moriamo?


La mia idea di "aldilà" segue le vie dello sciamanesimo e di altre religioni che credono nella reincarnazione.
Secondo me non esiste un paradiso o un inferno, noi, la nostra essenza è l'anima e come tale non è nè buona nè cattiva, ma ha bisogno di fare delle esperienza, esperienze umane e non, è per questo motivo che siamo su questo pianeta, per capire qualcosa, per risolvere problemi, è questo che la nostra anima deve fare. Una volta che il nostro viaggio si conclude, nel momento della nostra morte, l'anima si ritrova in un momento di stallo, dove il tempo e lo spazio sono irrilevanti e valuta ciò che ha appreso e non durante la sua permanenza sulla terra, se ciò che rileva la soddisfa e riconosce che la sua esperienza è stata utile per il suo accrescimento allora procederà a reincarnarsi per seguire un altro obiettivo, se invece la sua avventura non l'ha portata al risultato sperato e l'insegnamento non è stato recepito allora cercherà di nuovo di fare l'esperienza per apprenderla. Alla fine del suo accrescimento non so bene cosa accada al'anima, forse diventa maestra, di questo non lo so, e finchè sono sulla terra non potrò mai scoprirlo!

lunedì 21 aprile 2014

Attività ⑩ Lega: Pantheon Tag
Danu: Qual è il rapporto con la dea?


La Dea mi è sempre stata vicina nel mio cammino fin dall'inizio, e subito mi sono sentita legata a lei, un rapporto platonico di amore e amicizia, mi sento completa e piena quando mi è accanto.
Appena iniziato il mio cammino ne sono rimasta entusiasta per questa figura perfetta, la madre di tutto e tutti, e ne sono tutt'ora.
Dopo di che ho imparato ad apprezzare molte dee minori,  rappresentazioni di essa stessa, come del tutto, quali Iside, Afrodite, Selene e Morrigan, mi sento in armonia e a mio agio con loro, le chiamo spesso nei miei rituali e sempre mi hanno assistito.
Spero che la Dea continuerà ad onorare il mio cammino come ha sempre fatto, le resterò sempre a fianco, perchè il suo volere è anche il mio volere, comunque non potrei fare altrimenti anche perchè essendo il tutto mi circonda in ogni dove. Blessed Be )O(

lunedì 10 marzo 2014

Modern Witch League:
⑥ The Pagan Path Project


* Il tuo Gesto - post su un rituale, che sia stato importante o significativo, il più recente, il più bello, il più emozionate, che sia stato un sabba, una luna, un incantesimo ecc. Raccontalo.


Di rituali veri e propri non ne ho fatti molti a dire la verità, anche perchè vivendo con i miei genitori non ho molto tempo a mia disposizione,solitamente uso la taverna che però deve essere preriscaldata e la cosa potrebbe crearmi un po' di disagio.
Comunque dei rituali che ho fatto, fino ad adesso tre in particolare mi sono rimasti impressi particolarmente. 
-Il primo è il rituale che abbiamo fatto io e altre due mie amiche per Samhain, non abbiamo evocato nulla di speciale, ma era l'atmosfera a rendere mistica quella serata, ho anche inaugurato il mio Athame nuovo. Non è successo nullo di particolarmente significante, solo creato dei cerchi, le miei amiche con le pietre e io con l'Athame infondendo la mia energia, per poi sederci nel mezzo al caldo e al sicuro.... Si fa per dire, ci siamo ben presto accorte che nella nostra protezione c'era una falla... L'invasione di spiriti è un "problema" molto sentito nella nostra vita. Abbiamo praticato un po' di preveggenza e consultato i tarocchi, nulla di speciale ma comunque qualcosa di intimo e suggestivo.
- Il secondo rituale che mi è rimasto impresso, e che non ha neanche bisogno di grandi spiegazione, è quando h partecipato alla consacrazione degli oggetti sacri del mio ragazzo, in un posto particolare della mia città e carico di potere, non mi dilungo in dettagli perchè non è accaduto nulla, solo stati solo consacrati oggetti, neanche in una maniera a me famigliare o che pure io avrei fatto, è stata ugualmente un'esperienza molto particolare e dal canto mio mi sono sentita molto vicina alla madre terra e al mio ragazzo, mi ha toccato nel profondo.
- L'ultimo è un rituale che io da sola ho effettuato nel bosco, in un bosco particolare, dove scorre un fiume. Neanche questo è molto complesso anzi forse è il più semplice di tutti, h consacrato infatti tutte le mie pietre bagnandole nel fiume, il rumore dell'acqua gelida nella fredda notte lasciava spazio ll'immaginazione e ad una concentrazione ideale per un incantesimo del genere.